lunedì 2 aprile 2007

L’Unione e l’immigrazione: provano davvero tanta solitudine?

L’attuale governo dimostra la capacità di distrarti dalle sue amenità precedenti promovendone di nuove, in un chiodo-scaccia-chiodo che ha come difetto principale di vedere noi italiani come parete.

Dopo i balletti schizofrenici sull’Afghanistan ed i Dico, adesso sembra il turno di una nuova legge sull’immigrazione, la Amato-Ferrero, infarcita di belle speranze lontane anni-luce dalle necessità quotidiane che come immaginabile sembra voler garantire tutti tranne che noi.

La prima novità (ma non troppo) consiste nella riduzione massiccia dei vincoli per l’ingresso in Italia, ed una conseguente riduzione del livello di controlli.

la seconda, a dir poco fantascientifica, prevede che i pochi soggetti con il decreto di espulsione in tasca concorderebbero il mezzo per il rientro: secondo Ferrero e company individui presi in fragranza di reato avrebbero l’amabilità di scegliere insieme alle questure il mezzo per tornare in una patria che non vogliono e lasciare una terra per la quale hanno fatto carte false nel vero senso della parola.

L’immigrazione si avvarrà delle liste di collocamento degli altri stati: quando non saranno impegnati in conflitti etnici secondo qualcuno avranno la premura di distinguere loro per noi i buoni dai cattivi, i meritevoli dai nullafacenti, inviandoci i primi e tenendosi stretti i secondi. Ammesso che si riducano gli approdi sulle nostre coste (ricordiamo che molti di questi immigrati hanno come meta il nord-Europa) andremmo a prenderli direttamente a casa loro e, contemporaneamente, saluteremmo i non graditi con una stretta di mano. Semplifichiamo l’evento immaginando, nel migliore dei casi, voli charter verso Africa ed Asia quasi vuoti all’andata e strapieni al ritorno, tutto per la manifestazione di un falso buonismo che danneggia anche chi pretende di aiutare. Guardando il progressivo allargamento ad Est dell’Unione Europea si comprende che tali misure(anzi, la cancellazione delle misure esistenti) sono rivolte ad altre realtà, dalle quali non sempre ci guardano di buon occhio. Mentre il resto dell’Europa si muove giustamente con i piedi di piombo, noi ci dimostriamo gli unici scriteriati che di fatto abbattono le frontiere.

Il fiore all’occhiello, in questo senso, è l’abbassamento dei tempi del voto amministrativo a 5 anni, che include la possibilità di candidarsi. Senza voler nulla togliere ai diritti civili, ricordiamo che nel resto del vecchio continente questa possibilità si acquisisce solo dopo 10 – 12 anni, ed avere la pretesa di stabilire questo record rischia soltanto di dare spazio ai novelli Abel Smith in attesa di personali legittimazioni politiche, e non di garantire le esigenze delle comunità di riferimento.

L’impegno di partecipazione ai concorsi pubblici, tra l’altro, si commenta da solo, visto che certi posti risultano attualmente irraggiungibili persino per gli italiani.

L’unico risultato realmente tangibile sarà di aggiungere lustrini alla nostra immagine di paese dei balocchi, costantemente suggerita da quelle organizzazioni criminali che vivono della disperazione ed ingenuità altrui.

Ma a Prodi ed i suoi finti Robin Hood cosa importa? Da gentiluomini si impegnano a fondo per mantenere questa loro immagine, ignorando che il processo di integrazione con la popolazione preesistente non si realizza a colpi di carta bollata o con la prostrazione verso i nuovi arrivati, ma con la conoscenza e comprensione delle regole e tradizioni del territorio ospitante. Non è una coincidenza se gli attentatori che hanno colpito l’Inghilterra due anni fa vi erano nati e cresciuti, così come i rivoltosi nelle periferie di Parigi di alcuni mesi dopo. Qualcosa non quadra, o peggio rischia di non quadrare nei decenni a venire.

Come se non bastasse, vi è l’intenzione di dimezzare i Centri di Accoglienza Temporanea, senza curarsi di quale strada prenderebbero coloro che vi si trovano all’interno.

L’impressione è che il centro-sinistra, in caduta libera sui consensi, cerchi solamente nuovi bacini elettorali. Nella vana speranza di sbagliarci, e che invece vogliano superare quel senso di solitudine dovuto alla progressiva scomparsa dei loro sostenitori, consigliamo a Damiano e Amato di ovviare alla chiusura di questi centri ospitando i clandestini dentro le loro modeste abitazioni, nascondendo simboli religiosi che possano urtare la loro sensibilità.

Per la nostra è tardi, ormai l’ hanno massacrata da tempo.

1 commento:

Federazione provinciale di Latina ha detto...

Mitico Fabio! Hai fatto bene a dare comunicazione del blog perchè io neanche lo sapevo. Tra l'altro potrebbe essere simpatico usare lo stesso template (linea grafica) per tutti i nostri blog.
Un saluto. Romano naturalmente.