venerdì 4 maggio 2007

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA TURBOGAS DI PONTINIA

La seguente è l'Interrogazione Parlamentare sostenuta dal vice-presidente della Camera Giorgia Meloni e dal Presidente della Commissione Ambiente Fabio Rampelli sull'allucinante progetto della Turbogas nei pressi di Mazzocchio:


MELONI e RAMPELLI. “Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; al Ministro dello Sviluppo Economico. – Per sapere – premesso che:


Negli ultimi tempi si assiste ad un proliferare insensato di progetti mirati all’aumento di produzione di energia elettrica per incrementare utili e consumi a discapito delle comunità locali;

la realizzazione di una centrale turbogas nell’area industriale di Mazzocchio, nel territorio del comune di Pontinia (Latina), ne è solo l’ultimo esempio dopo quello relativo alla centrale che sorgerà nella zona di Campo di Carne, nel comune di Aprilia;

la futura centrale avrà una potenza pari a 400 Megawatt e sarà costruita su un territorio già particolarmente compromesso da un punto di vista urbanistico-ambientale e senza che siano state adottate, da parte delle amministrazioni locali, tutte le misure idonee a tutela della salute dei cittadini e a salvaguardia dell’ecosistema ambientale;

il lotto su cui sorgerà l’impianto è di complessivi 50.000 mq (cinque ettari); il gas metano che brucerà è pari a 160.000 Sm3/h; sarà costituito un elettrodotto di 6,5 Km sino alla centrale di smistamento di Sezze Scalo, e un metanodotto di 7,3 Km; si prevede, inoltre, la realizzazione di un rilevamento di materiale di cava per circa 2-3 metri sul livello del mare (attraverso 60.000 m3 di materiale); il camino principale avrà un’altezza di 60 metri;

il progetto era stato presentato nel maggio del 2002 dalla società <>, a cui era subentrata il 20 dicembre dello stesso anno la <> del gruppo ACEA, incorporata poi in <> in data 29 settembre 2005, divenuta ora, a tutti gli effetti, titolare del progetto;

con tale centrale, la Regione Lazio, a fronte di una produzione già ampiamente eccedente rispetto al fabbisogno, arriverebbe a produrre circa 14.000 Megawatt di energia, cioè quasi un quinto dell’intero fabbisogno nazionale;

si prevede che il nuovo impianto di Pontinia possa immettere nell’atmosfera una quantità di calore a temperatura altissima, di gas combustibili e sostanze chimiche altamente inquinanti;

la stima è di circa 1 milione di tonnellate all’anno di biossido di carbonio, 1350 t/anno di ossidi di azoto, 750 t/anno di anidride solforosa, 670 t/anno di monossido di carbonio, 150 t/anno di benzene, 1400 t/anno di altri idrocarburi, 20 t/anno di formaldeide, 50 t/anno di ammoniaca, 310 t/anno di polveri fini ed ultra fini;

una ricerca condotta qualche anno fa dall’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Consiglio Nazionale delle Ricerche aveva già dimostrato come le nuove centrali a turbogas per la produzione di energia elettrica siano altamente inquinanti e pericolose per la salute dell’uomo;

il consumo dell’acqua della centrale di Pontinia sarà di circa 200.000 metri cubi annui (28 m3/h); milioni di litri d’acqua saranno per questo prelevati dagli acquedotti e dalle falde acquifere aggravando ulteriormente lo stato idrogeologico del territorio;

occorre poi tenere conto delle possibili gravi conseguenze per l’agricoltura, la zootecnia, le colture tipiche locali e biologiche; le polveri sospese, infatti, provocano la formazione di nebbie e nuvole, favorendo il verificarsi dei fenomeni delle piogge acide;

i cittadini di Pontinia fortemente preoccupati della realizzazione del progetto, non sono stati consultati nella fase introduttiva del procedimento, come previsto dalla normativa comunitaria vigente;

gli studiosi ritengono che l’approccio attualmente seguito per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti si riveli inefficace per valutare l’inquinamento da polveri di centrali a gas che producono articolato di piccola taglia;

sull’autorizzazione ministeriale (d. m. 5 dicembre 2005) grava un contenzioso giurisdizionale che potrebbe concludersi con il suo annullamento;

se il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga opportuno sospendere la procedura autorizzatoria a suo tempo avviata, riesaminando la compatibilità ambientale del progetto in esame, anche tenuto conto del fatto che nel frattempo sono mutati i presupposti e le valutazioni che avevano a suo tempo legittimato il rilascio del parere positivo;

se il Ministro dello sviluppo economico non intenda evitare di emettere la concessione unica alla costruzione della centrale di Pontinia;

se i Ministri interrogati non ritengano opportuno convocare, in tempi brevi, un tavolo di concertazione con gli enti locali, le parti interessate ed esperti in materia al fine di monitorare l’andamento del procedimento e di prendere iniziative condivise, nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica.”

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