mercoledì 21 marzo 2007

Un governo che va a _ _ _ _ _ _ _, non solo in senso metaforico!

Complimenti, Prodi...dopo il caso-Rovati, dove un tuo stretto collaboratore aveva progettato lo smembramento della Telecom (e tu sei caduto dalle nuvole), adesso si trova la conferma delle notti brave del tuo portavoce Silvio Sircana, il ferreo censore attraverso il quale, secondo uno dei 12 punti fissati dalla coalizione, doveva emergere la migliore espressione politica del tuo esecutivo.

Mentre tutto passava da Sircana, ecco dove passava lui!
La sua era forse una selezione per la campagna in favore dei DiCo?
Se la sinistra radicale preferisce la piazza, lui predilige la strada?
Aspettando il tram lo ha confuso con qualcosa di fortemente assonante?
Negherà di essere stato “colto in fallo”?
Per la sua sosta c’erano forse altri motivi nascosti?

A nostro avviso, se oltre ad accettarne l’idea della pubblicazione si fosse dimesso od almeno auto-sospeso, avrebbe compiuto un gesto dignitoso...
Alla faccia de “la serietà al governo”!

martedì 20 marzo 2007

Finalmente è stato arrestato Cesare Battisti

Cesare Battisti, ex membro dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) latitante dal 2004, è stato arrestato il 17 marzo in Brasile.
Interrogato dalla polizia brasiliana su segnalazione e in presenza della polizia giudiziaria francese, Battisti fu uno dei leader dell’organizzazione di estrema sinistra «Proletari armati per il comunismo» (Pac): è stato condannato in via definitiva nel 1993 dalla magistratura italiana, in contumacia, all’ergastolo per il suo coinvolgimento in quattro omicidi nel 1978-1979, tra i quali quello di un gioielliere milanese.
Nel corso degli anni si era costruito intorno la fama di giallista noir, beneficiando della copertura politica del Socialista Mitterrand.
Nel 2004, in previsione di una doverosa estradizione, è fuggito in Brasile.
Finalmente si compie un altro dei faticosissimi passi avanti della giustizia verso quei crimini ideologici degli anni '70 all'apparenza impunibili...

giovedì 15 marzo 2007

P. Coelho a Roma.

Lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, considerato uno degli autori più importanti della letteratura contemporanea, incontrerà i suoi ammiratori a Roma.

E’ noto al grande pubblico per “L’alchimista”(1995), “Manuale del guerriero della luce”(1997),”Monte cinque”(1998), “Il cammino di Santiago”(2001),“Undici minuti”(2003), e “Sono come il fiume che scorre”(2006).

Le sue opere, tradotte in ben 61 lingue, hanno venduto oltre 65 milioni di copie in tutto il mondo.

La popolarità di P. Coelho è dovuta anche ai suoi contenuti spirituali della sua produzione letteraria, fortemente condivisi dal nostro mondo giovanile.

L’appuntamento è venerdì 16 marzo alle 18:30 presso l’Arion Bookstore in Via Veneto.

Non mancate!

martedì 13 marzo 2007

AN di Priverno sottolinea il suo “no” alla Turbogas di Pontinia.


Il circolo di Alleanza Nazionale “Giovanni Gentile” di Priverno esprime il suo “no” al progetto di una centrale Turbogas a Pontinia presso il sito industriale di Mazzocchio.

Di fronte alle telecamere di TeleLazio, il portavoce di AN Massimo Cardosi, insieme al vice-presidente Antonio Dini ed al responsabile di Azione Giovani per i monti Lepini Fabio Battisti ha motivato la contrarietà di un partito che vuole dare il suo contributo per impedire uno scempio territoriale.

Congiuntamente ai presidenti delle reti civiche “No turbogas” di Pontinia e Priverno il partito ribadisce la necessità di altre soluzioni che rispettino le esigenze di un territorio a vocazione agricola e turistica, come una centrale a bio-massa od agro-alimentare. Tali soluzioni eviterebbero la dispersione annua di oltre 310 tonnellate di polveri fini ed ultrasottili, in grado creare gravi problemi respiratori, di rovinare nel giro di poco tempo le colture biologiche ed i marchi DOC, DOP e IGT e di danneggiare l’agricoltura e la zootecnia, senza considerare la svalutazione economica di terreni ed abitazioni.

Il regime dei venti punirebbe particolarmente la posizione geografica di Priverno, la quale tra l’altro non otterrebbe alcun beneficio economico per la presenza dell’impianto.

L’opinione negativa di AN verso una simile ipotesi era emersa anche in ambito amministrativo all’interno del Consiglio Comunale e nel corso dell’incontro tra i rappresentanti delle amministrazioni dei comuni limitrofi.

Il circolo, oltre a sottolineare i pericoli conseguenti all’attivazione della centrale, considera che l’assenza dell’obbligo di dismissione della struttura alla fine dell’attività potrebbe trasformarla in una nuova “cattedrale nel deserto”.

lunedì 12 marzo 2007

Dopo “Pacs”, “Dico” : la farsa degli acronimi.

Il termine “Dico”, come del resto “Pacs”, nonostante i presunti buoni propositi ed il suono orecchiabile, tradisce fin da subito la mancanza di garanzie verso la civiltà che secondo alcuni dovrebbe rappresentare...

Il suo acronimo (Diritti e doveri dei conviventi) sembra riprendere tutti, quando in realtà mira esclusivamente ad una piccola nicchia di interessati.

Momentaneamente, per nostra fortuna, grazie alla caduta del governo, la legge sulle unioni di fatto risulta ancora lontana.

In questo contesto, impressiona la facilità con le quali le organizzazioni che la promuovo cerchino lo scontro diretto con la Chiesa, Istituzioni ed associazioni contrarie, rispolverando puntualmente una anacronistica “omofobia”. Sorprende perché le dichiarazioni oggetto di polemica non sono “contro” gli omosessuali, quanto verso la manipolazione del matrimonio stesso e delle sue radici religiose. Per quale motivo si dovrebbero scopiazzare i canoni della famiglia classica? Solo per avere un cognome unico, o giustificare dei beni in comune? E’ paradossale vedere come certi ambienti “progressisti” dileggino il suo vincolo con il principio della convivenza ed al tempo stesso lo vogliano far proprio.

La smania di delegittimazione dei riferimenti cristiani calca dei cliché avviati da tempo: “la chiesa si deve aggiornare”(come se fosse un prodotto commerciale da adeguare alle stagioni), “cosa ne sanno loro della famiglia”(neanche se i sacerdoti provenissero dalla strada), “tanto ci sono anche tra di loro”(la ciliegia sulla torta in questi casi è un pettegolezzo fuori luogo da far passare come verità scientifica).

L’impressione generale, in questi casi, è di essere bombardati da un messaggio subliminale, in grado di ripetere che se la Chiesa rivela una sua posizione, proprio perché è la sua è meglio fare l’opposto...

Tornando sul Dico, è bene ricordare che non si tratta in primis di una battaglia civile, ma laica: una simile legge non trova simpatie e sostegni in nessuna delle numerose religioni del nostro pianeta, dove, a guardar bene, dall’alba dei tempi, c’è una posizione chiara verso la sessualità distante dalla possibilità o volontà di procreazione, e la storia di Sodoma e Gomorra ha sempre avuto la sua collocazione nella Sacra Bibbia, e non in un moderno best-seller...

I valori di riferimento del Cattolicesimo non sono, in sostanza, una novità, così come non lo sono la sua visione sociale ed etica.

La novità, invece, che appartiene alle ultime generazioni si trova nella relativa facilità con il quale in occidente si ottengono dei beni di consumo: con una adeguata copertura economica alle spalle, basta firmare un documento e si ottiene una casa, un’automobile, un computer, e con la medesima facilità con la quale si ottengono si cambiano...perché sorprendersi se arrivati a questo punto qualcuno creda che per vivere insieme alla persona amata basti mettere un’altra firma?

Sarebbe questo il presupposto massimo di solidarietà?

Si vuol suggerire questo alle coppie eterosessuali in procinto di sposarsi?

In fondo, invece di dimostrare fiducia verso la persona che si vuole avere vicino, un simile progetto si trasformerebbe in un ennesimo bene di consumo.

Le relazioni sentimentali, inoltre, riguardano la sfera privata della vita di una coppia, e non le ridicole provocazioni in stile “Gay Pride”. La strumentalizzazione sistematica in corso negli ultimi tempi verso la famiglia è immotivata sia dal punto di vista religioso che sociale: perché in un matrimonio un uomo dovrebbe indossare un abito da sposa? Certe farse offendono la famiglia classica, e non contribuiscono in alcun modo alle rivendicazioni di chi non è eterosessuale.

Un altro pessimo esempio è stata la“deriva zapateriana” della famiglia in Spagna, dove a livello civile per evitare dei distinguo nella sua composizione i termini “marito” e “moglie” sono stati sostituiti con “coniuge”, e “padre” e “madre” con “genitore”. Tale scelta si rivela aberrante anche dal solo punto di vista statistico, in quanto stiamo parlando di un’esigua minoranza rispetto alla popolazione complessiva: per rendere meglio l’idea, immaginiamo che la comunità di origine tedesca in Alto Adige, “offesa” dalla predominanza della lingua italiana sul territorio nazionale, ottenga la creazione di un idioma intermedio per non sentirsi discriminata...non si tratterebbe di un gravissimo insulto verso le tradizioni e la vita di oltre il 99% della popolazione? Come se non bastasse, questa sorta di minimo comune multiplo disconosce di fatto l’importanza dei peculiari ruoli affettivi che le due figure hanno per i figli. Sigmund Freud, al di là dello scalpore che suscitava nelle sue interpretazioni della sessualità, ricordava quanto fosse importante per una sana identità del bambino la “triangolazione edipica”, ovvero quella combinazione inconscia di amore verso il genitore del sesso opposto e l’ostilità/timore verso quello dello stesso sesso.

Analoga a questa teoria troviamo, universalmente riconosciuta, l’importanza per il bambino di figure genitoriali diverse, punti di riferimento palesemente distinti, necessari per evitare disturbi nello sviluppo.

Altro che sigle di comodo per mascherare la realtà dei fatti!...

A meno che non si voglia accusare di “omofobia” il pensiero di Freud e di tutti coloro che contribuiscono alla realizzazione di manuali di psicologia e psichiatria, consigliamo alle ipotetiche vittime e chi li difende a spada tratta di non considerare la famiglia come un’esclusiva condizione di diritti, o peggio come uno dei tanti contratti dell’esistenza...

Le Brigate Rosse ed i segreti di Pulcinella della sinistra.


Tra le anomalie e le contraddizioni dell’Italia, non si può fare a meno di considerare che il terrorismo politico, nei suoi allucinanti programmi all’insegna dell’eversione e della distruzione dell’ordine costituito, presenta delle clamorose costanti con la passata generazione.

Quello che non dovrebbe stupire è l’ambiente della sua maturazione: gli stessi gruppi sindacali, gli stessi centri sociali, le stesse categorie che mescolano ceti, ideologi dichiarati ed insospettabili vicini di casa.

Quello che invece dovrebbe stupire, oggi più che mai, è il sottile (ma non troppo) filo che lega questi ambienti al...potere. Puntualmente, infatti si scoprono rapporti di solidarietà, condivisioni di ideali e perfino conoscenza reciproca con esponenti politico-sindacali, inutile ricordare di quale schieramento.Un sostegno mediatico che ingloba il “soccorso rosso” degli anni ’70 e, contemporaneamente, la campagna diffamatoria verso Marco Biagi attiva fino a pochi giorni prima del suo omicidio.

Quando alla fine si scopre che la metà dei coinvolti era iscritta alla CGIL si sviluppa un’indignazione non troppo convinta, seguita da solenni promesse di trovare tutte le mele marce, che guarda caso si sviluppano sempre nello stesso cestino.

Non ne abbiano a male i suoi iscritti che non c’entrano nulla, ma sono passati solo 5 anni dalla scoperta di legami comprovati tra alcuni esponenti della CGIL stessa e le BR: il presidente della FIOM-CGIL del Friuli-Venezia-Giulia fino al 1982 brigatista e condannato per banda armata, il caso-Zanussi, dove la stessa FIOM-CGIL sosteneva il movimento eversivo e l’esponente sospeso dal sindacato per aver spedito delle minacce anonime a nome delle BR. Sono curiose, fra l’altro, le numerose assunzioni al suo interno di ex-brigatisti durante l’era di Cofferati.

Coincidenze?

In questo segreto di Pulcinella troviamo la sintesi un corto circuito ideologico, dove le forze dell’ordine finiscono sotto processo più facilmente di coloro che fermano e arrestano, dove i sindacalisti diventano politici e dove chi vorrebbe cambiare il sistema ne è in realtà parte integrante.

Come se non bastasse, dovremmo preoccuparci delle future intenzioni non solo dei brigatisti a piede libero, ma anche di quelli...arrestati, perché nonostante che siano in attesa di un processo, visto l’allarmante parallelo, sarebbe il caso di rinfrescare la memoria sugli attuali passatempi dei terroristi di ieri, solo citandone alcuni: Curcio tiene lezioni all’università ed è proprietario di una casa editrice, Morucci è un salottiere che scrive e presenta libri sugli anni di piombo, accuratamente epurati delle sue gesta, D’Elia è diventato un parlamentare della Rosa nel Pugno, Lollo vive discretamente in Brasile da dove ha sostenuto la lista degli italiani nel mondo per l’Unione, la Baraldini presiede conferenze contro gli americani, La Ronconi si trova nella Consulta nazionale per le tossicodipendenze, Sofri è un editorialista...

Non solo c’è da chiedersi cosa faranno un domani gli attuali brigatisti, ma a conti fatti, considerata la fortuna degli altri, perché sorprendersi se Oreste Scalzone si improvvisi personaggio in cerca d’autore, tentando di ritagliarsi un suo spazio? Dopo grazie ed indulti non si è garantita solo l’impunità, ma si è trasmessa alla nuova generazione un’impronta di menefreghismo verso il pericolo di far scorrere del sangue innocente, di superficialità verso una causa che, se “ignorata” anche dalle istituzioni, di certo non è temuta. Questa smania di dimenticare è percepita come uno sfregio da chi, ieri ed oggi, se ne è fatto portavoce, ed in forme diverse la sostiene giustificando la sacralità di certe battaglie sociali e la relatività dei mezzi. Nessun pentimento, eccetto quello di aver sbagliato metodo, in barba ad ogni forma etica. Non si sforzano di trovare differenza tra la violenza verbale e quella fisica? E tra l’assedio ad una camionetta dei carabinieri ed un corteo contro la globalizzazione? E tra un colpo d’arma da fuoco ed uno di grancassa?

Tirate le somme, la speranza più avvertita sarà probabilmente quella di non ritrovarsi tra qualche anno i terroristi attuali in un reality show, pericolosi come modello anche senza pistola.