lunedì 7 maggio 2007

Pene e responsabilità?...Facoltative...

Il costume italiano, negli ultimi anni, è passato da modelli di firme a...divieti di fermi. Con le dovute cautele delle eccezioni possiamo solo constatare che reti mediatiche ed istituzioni puntano ad una riduzione sistematica delle responsabilità, sia dei singoli che dei gruppi.

Dopo una messa a fuoco dello scalpore per una tragedia, dopo per gli aggiornamenti per la caccia all’uomo, dopo il mostro in prima pagina, subentra il rovescio della medaglia, con la ricerca della comprensione e del perdono dell’evento prima ancora delle sue cause...

Nell’arco di pochi giorni, la sentenza sul delitto di Cogne ha lasciato spazio all’uccisione nella metro di Roma di Vanessa Russo, e le posizioni a dir poco progressiste verso le responsabili della sua morte. Per quale motivo i familiari dovrebbero concedere il perdono? Un repentino pentimento delle loro azioni? Eppure, invece che costituirsi, queste due donne stavano preparando la propria fuga verso la Spagna.

D’altronde, non è una novità che stanno scomparendo le confessioni alla Tenente Colombo: messi di fronte ad indizi e prove, i colpevoli dei reati più gravi trovano il maggior numero di scappatoie possibili nei confronti della legge, oltre che verso la propria coscienza.

Ci troviamo così a discutere dell’intenzionalità del piantare un ombrello in un occhio, come quella di un anno fa nella premeditazione di uccidere un bambino sequestrato, o della capacità di intendere e di volere per sterminare vicini di casa e familiari, come se una possibilità di appello bastasse a rassicurare la società, ricordargli sottovoce che in fondo è buona e caritatevole, che chi è cattivo non ne è parte integrante, oppure che vi è comunque parte non è realmente cattivo ma solo stato sfortunato nel corso della vita, folle quanto basta a garantirgli il passaggio attraverso il purgatorio, noncuranti che la maggiore sfortuna è stata quella delle vittime.

Non solo non si pensa a queste, ma nemmeno si considera che il perdono, religioso o laico che sia, non soltanto una prova di vita drammatica per chi si appresta a darlo, ma è anche una forma di apprendimento per il colpevole che passa per dovuti tempi e modi, una possibilità di riscatto da sudarsi con ben più di 7 camicie.

Invece ci stiamo imbattendo in un buonismo che assolve tutto e tutti, un blob in grado di inglobare idealmente sia l’indulto che le moratorie internazionali su crimini e criminali altrui(come se il nostro modello giudiziario funzionasse), in grado di annullare ed al tempo stesso de-idealizzare il concetto di “colpa” diluendolo in pochi giorni passando dai titoli di testa ai trafiletti in quindicesima pagina.

Intanto le stesse persone che vedono negli uomini di chiesa l’espressione del medioevo si fanno venire i lucciconi agli occhi quando uno di questi nomina quelle otto lettere altisonanti, ed è in quei momenti che dovremmo domandarci se non si stanno creando nuove premesse per far piangere ancora chi in paradiso ci andrebbe comunque.

venerdì 4 maggio 2007

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA TURBOGAS DI PONTINIA

La seguente è l'Interrogazione Parlamentare sostenuta dal vice-presidente della Camera Giorgia Meloni e dal Presidente della Commissione Ambiente Fabio Rampelli sull'allucinante progetto della Turbogas nei pressi di Mazzocchio:


MELONI e RAMPELLI. “Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; al Ministro dello Sviluppo Economico. – Per sapere – premesso che:


Negli ultimi tempi si assiste ad un proliferare insensato di progetti mirati all’aumento di produzione di energia elettrica per incrementare utili e consumi a discapito delle comunità locali;

la realizzazione di una centrale turbogas nell’area industriale di Mazzocchio, nel territorio del comune di Pontinia (Latina), ne è solo l’ultimo esempio dopo quello relativo alla centrale che sorgerà nella zona di Campo di Carne, nel comune di Aprilia;

la futura centrale avrà una potenza pari a 400 Megawatt e sarà costruita su un territorio già particolarmente compromesso da un punto di vista urbanistico-ambientale e senza che siano state adottate, da parte delle amministrazioni locali, tutte le misure idonee a tutela della salute dei cittadini e a salvaguardia dell’ecosistema ambientale;

il lotto su cui sorgerà l’impianto è di complessivi 50.000 mq (cinque ettari); il gas metano che brucerà è pari a 160.000 Sm3/h; sarà costituito un elettrodotto di 6,5 Km sino alla centrale di smistamento di Sezze Scalo, e un metanodotto di 7,3 Km; si prevede, inoltre, la realizzazione di un rilevamento di materiale di cava per circa 2-3 metri sul livello del mare (attraverso 60.000 m3 di materiale); il camino principale avrà un’altezza di 60 metri;

il progetto era stato presentato nel maggio del 2002 dalla società <>, a cui era subentrata il 20 dicembre dello stesso anno la <> del gruppo ACEA, incorporata poi in <> in data 29 settembre 2005, divenuta ora, a tutti gli effetti, titolare del progetto;

con tale centrale, la Regione Lazio, a fronte di una produzione già ampiamente eccedente rispetto al fabbisogno, arriverebbe a produrre circa 14.000 Megawatt di energia, cioè quasi un quinto dell’intero fabbisogno nazionale;

si prevede che il nuovo impianto di Pontinia possa immettere nell’atmosfera una quantità di calore a temperatura altissima, di gas combustibili e sostanze chimiche altamente inquinanti;

la stima è di circa 1 milione di tonnellate all’anno di biossido di carbonio, 1350 t/anno di ossidi di azoto, 750 t/anno di anidride solforosa, 670 t/anno di monossido di carbonio, 150 t/anno di benzene, 1400 t/anno di altri idrocarburi, 20 t/anno di formaldeide, 50 t/anno di ammoniaca, 310 t/anno di polveri fini ed ultra fini;

una ricerca condotta qualche anno fa dall’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Consiglio Nazionale delle Ricerche aveva già dimostrato come le nuove centrali a turbogas per la produzione di energia elettrica siano altamente inquinanti e pericolose per la salute dell’uomo;

il consumo dell’acqua della centrale di Pontinia sarà di circa 200.000 metri cubi annui (28 m3/h); milioni di litri d’acqua saranno per questo prelevati dagli acquedotti e dalle falde acquifere aggravando ulteriormente lo stato idrogeologico del territorio;

occorre poi tenere conto delle possibili gravi conseguenze per l’agricoltura, la zootecnia, le colture tipiche locali e biologiche; le polveri sospese, infatti, provocano la formazione di nebbie e nuvole, favorendo il verificarsi dei fenomeni delle piogge acide;

i cittadini di Pontinia fortemente preoccupati della realizzazione del progetto, non sono stati consultati nella fase introduttiva del procedimento, come previsto dalla normativa comunitaria vigente;

gli studiosi ritengono che l’approccio attualmente seguito per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti si riveli inefficace per valutare l’inquinamento da polveri di centrali a gas che producono articolato di piccola taglia;

sull’autorizzazione ministeriale (d. m. 5 dicembre 2005) grava un contenzioso giurisdizionale che potrebbe concludersi con il suo annullamento;

se il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga opportuno sospendere la procedura autorizzatoria a suo tempo avviata, riesaminando la compatibilità ambientale del progetto in esame, anche tenuto conto del fatto che nel frattempo sono mutati i presupposti e le valutazioni che avevano a suo tempo legittimato il rilascio del parere positivo;

se il Ministro dello sviluppo economico non intenda evitare di emettere la concessione unica alla costruzione della centrale di Pontinia;

se i Ministri interrogati non ritengano opportuno convocare, in tempi brevi, un tavolo di concertazione con gli enti locali, le parti interessate ed esperti in materia al fine di monitorare l’andamento del procedimento e di prendere iniziative condivise, nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica.”